Il 05.05.18 è stato organizzato un dibattito con Preta, Gambino, Mor e Paxia organizzato dall’accademia Iaic per fare il punto sul app economy, un mercato che solo in Europa fattura più di 6 miliardi.
La app economy sta facendo segnare una crescita esponenziale e costante con numerose ripercussioni dirette per l’Italia, inserita nell’elenco dei Paesi con maggior numero di sviluppatori di applicazioni al mondo.

Nunumerose sono le difficoltà presenti, sia sotto il profilo infrastrutturale sia sotto quello regolatorio del mercato unico digitale e delle operazioni cross border.

La Commissione Europea ha d’altronde la responsabilità di tracciare le prossime linee direttrici di questo settore e delle sostanziali differenze tra sistemi open source e i sistemi chiusi che potenzialmente potrebbero falsare la libera concorrenza.

Di tutto questo si è parlato questo pomeriggio nel corso di un convegno:
L’app economy in Europa tra concorrenza e innovazione, organizzato dalla IAIC (Italian accademy of the internet code), presso uno studio legale ai Parioli.
Tra i presenti, oltre al presidente Iaic, Alberto Gambino, numerosi esperti di telecomunicazioni, tra cui Augusto Preta e il presidente dell’Unione dei consumatori, Massimiliano Dona. Anche la politca, cui spetta la regolazione dell’app economy, era presente per mezzo della deputata pentastellata Maria Laura Paxia (commissione Attività Produttive, Affari Esteri e Vigilanza RAI) e di Mattia Mor, deputato dem membro della commissione Attività produttive.

Il punto di partenza è questo. Le app hanno modificato il nostro stile di vita, fin  dal pronfondo delle abitudini quotidiane. D’altronde, come ha ricordato lo stesso presidente Gambino, “sono trascorsi esattamente dieci anni da quando sono state lanciate piattaforme come Apple App Store e Google Play che hanno radicalmente trasformato la vita quotidiana di ogni individuo che possiede un dispositivo mobile. Ogni personal device (smartphone o tablet) ha installate mediamente tra le novanta e le cento applicazioni. Naturale che un mercato di tali dimensioni necessiti di regole ben precise”.

L’On. Maria Laura Paxia proprio su questo punto ha incardinato il suo ragionamento. “Dobbiamo convincerci che oggi abbiamo bisogno di un bilanciamento tra le esigenze dell’innovazione e quelle degli utenti, soprattutto prestando attenzione alla Privacy (oggi sono numerosi i casi di app che rubano dati personali senza offrire servizi, ndr). D’altronde dobbiamo cominciare adesso a prevedere regole precise perché da qui a qualche anno parleremo di intelligenza artificiale. La grande sfida, di oggi è dunque bilanciare innovazione e aspetti sociali”.

Aspetti sociali tra i quali rientra l’occupazione. “L’app economy dà lavoro a circa un milione di persone in Ue. Pensiamo ai riders in Italia ne sono l’esempio più lampante”, ha concluso l’On. Paxia.